Posts written by ßlues

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    Ciao Alessandra, benvenuta :tisan: .

    Da traduttore, posso dirti che l'orecchio per il parlato si fa col tempo, non è una cosa immediata. Personalmente, posso consigliarti di vedere su youtube i talk show americani, ce ne sono un po' del Late Show con David Letterman già sottotitolati. Continua con quelli, poi cambia e guarda quelli senza sottotitoli, cercando di alternare se trovi mancanze. Ovviamente ci sono miliardi di altri video papabili, ma nei talk show si parla di un po' di tutto, quindi così si riesce a coprire un lessico più ampio.
    In un mesetto o due di video occasionali (1 o 2 volte la settimana) dovresti aver una buona padronanza del parlato; certo è che più ne guardi e meno tempo ci metti.
    Io ho fatto così, personalmente mi sono trovato molto bene.

    Sì, alcune volte quello che dicono gli attori viene distorto, un po' per renderlo meglio in italiano, un po' per far stare nel video i sottotitoli senza andare a capo (che è brutto da vedere).
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    Benvenuto :sigaro:
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    Come pulire a fondo una moka in modo facile e veloce
    Guida per la pulizia di una moka da caffè



    La moka è uno strumento in grado di fornirci una buona qualità di caffè senza assomigliare alla brodaglia americana. Oggi vediamo un modo pratico e veloce per pulire la moka, senza sfregare come cretini e senza ricorre a "rimedi della nonna" come l'aceto bianco e varie. Non spaventatevi della lunghezza della descrizione della procedura, è più facile farlo che scriverlo.

    !! Attenzione !!
    In questa serie di procedimenti faremo ricorso all'uso di sostanze chimiche potenzialmente pericolese per la salute di mani, occhi, e altre parti del corpo. Pertanto, prestate attenzione ed utilizzate guanti e/o occhiali protettivi all'occorrenza. Il metodo è stato testato per moke in ACCIAIO. Per quel che riguarda le moke bialetti in ALLUMINIO di vecchia concezione, il metodo funziona ugualmente, tuttavia: riducete al MINIMO (30 sec al massimo) il contatto tra Idrossido di Sodio e Alluminio, in quanto genera una patina scura sulla superficie delle stesse: è di vitale importanza pulire a fondo fino a rimuovere il più possibile questa patina grigiastra, lavando le parti interessate più volte e facendo più cicli a vuoto.

    DISCLAIMER
    Io e il forum decliniamo ogni responsabilità concernente eventuali danni arrecati a cose e/o persone durante l'esecuzione dei passaggi sottoindicati, nonché per effetti passivi o attivi futuri causate dagli stessi.


    Occorrente

    - Un barattolo di sgorga lavandini (tipo mister muscolo, ecc.) contenente Idrossido di Sodio.
    - Una guarnizione nuova per la moka;
    - Acido citrico in granuli;
    - Acqua distillata (va bene anche quella di bottiglia);
    - Pentolino in acciaio (opzionale);


    Ora per prima cosa va detto che questa guida è rivolta soprattutto a caffettiere che versano in codizioni abbastanza terminali, ovvero molto sporche e forse con la muffa; ciò non toglie che il processo possa essere utilizzato per pulire una moka a fondo anche trimestralmente.
    Alla fine, la moka risulterà come nuova, grazie all'utilizzo non ortodosso di sostanze chimiche. L'idrossido di sodio è il nome chimico della Soda Caustica, ma non abbiate timore, visto che il prodotto sgorga lavandini che useremo sarà in una concentrazione di purezza tale da essere maneggiato abbastanza agevolmente. Rimuovete filtro, alloggio della polvere e guarnizione vecchia e ricomponente la moka. Versate 2 o 3 cucchiaini di prodotto nella parte che raccoglie il caffè pronto da bere (la parte sopra col coperchio) e aggiungete in seguito dell'acqua calda (60-70 °C, non di più) fino a coprire quasi tutta la superficie interna con il liquido, andando anche oltre la la soglia dove sgorga il caffè. Lasciate agire la soluzione per un ora: ripeterete il processo un ultima volta, con la differenza che stavolta lascerete la moka ammollo per una notte. Il mattino dopo, tutta la parte organica residua del caffè dovrebbe essere pronta per essere rimossa facilmente: controllate che non vi sia più presenza in cristalli del prodotto, specie sul fondo; controllate ovunque con un coltello e con la luce. Ripetete se vi è ancora traccia di residui non facilmente rimovibili. Nel caso in cui anche gli altri compenenti versino in cattive situazioni, potete anche in quel caso servirvi di ciò che avete fatto per il vano porta caffè della caffettiera, magari con l'ausilio di un pentolino in acciaio. Sciacquate tutto con acqua una decina di volte.
    Sostituite la guarnizione.
    Una volta ben pulite dal "nero", la moka è pronta per essere liberata da eventuale calcare che la ostruisce. Per fare ciò, ci prepariamo a fare un caffè normalmente, ma senza la polvere: al posto dell'acqua normale, useremo dell'acqua con dell'acido citrico al suo interno. In questo modo, la soluzione di acido citrico verrà eccitata e catalizzata dal calore del fuoco: costretta a salire, questa decalcificherà gli interni della moka stessa, assorbendo il calcare accumulato negli anni. Ripetete il processo 2 o 3 volte, dopodiché sciacquate tutto con acqua una decina di volte.
    Nota: se la soluzione non dovesse salire, vi è un problema di tipo meccanico: in tal caso, dovrete buttare via la caffettiera.

    Adesso dovrete fare tre volte il caffè normalmente, ma buttandoli via: così evitiamo di assorbire eventuali residui delle sostanze che abbiamo usato (non si può mai sapere).
    Dulcis in fundo, fatevi un buon caffè: se tutto è andato per il verso giusto, non avrete più problemi per un po' e il caffè sarà più buono di prima.



    @ Legion Errant | RIPRODUZIONE RISERVATA ©
    Blues_Man



    Edited by ßlues - 25/1/2018, 12:09
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    CITAZIONE (Andrea Caponnetto @ 5/8/2017, 23:27) 
    CITAZIONE ($imø @ 3/8/2017, 23:13) 
    Link offline sostituiti!

    Salve, mi duole dirlo ma anche i nuovi link mi risultano offline.

    I link Openload, Rapidvideo e Wstream sono online. In caso tu abbia ancora problemi, probabilmente è perché non hai ancora cambiato i DNS; per risolvere, puoi dare un'occhiata qui: Click Me!
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    Sono un fossile, purtroppo.

    I trailer non mi hanno ispirato, quindi li ho scartati.
    Sto aspettando (e pregando) che esca una versione di berserk in stile classico, la CG non riesco a digerirla proprio.
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    Non ci ho capito niente. Comunque ho visto Hellsing Ultimate ieri, consigliato, [8,5/10]
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    La Rete Internet


    Meccanismi di Base




    In un mondo dove regna la connettività, tra i vari Facebook e Instagram, pochi si chiedono com'è che funziona ciò che chiamiamo "Rete". Oggi faremo un breve viaggio che vi aiuterà a comprendere le dinamiche della Rete e del Web in generale.
    Iniziamo dal porci la domanda: come posso io essere riconoscibile come Tizio Julio, e non come Carcarlo Pravettoni? È qui che nasce l'IP, diminutivo di Internet Protocol Address: l'IP altro non è che l'indirizzo di una macchina (pc) connessa alla rete. L'IP generalmente sfrutta i protocolli IPv4 o IPv6: entrambi servono allo stesso scopo, ma mentre uno codifica l'indirizzo di una macchina tramite una serie di numeri di massimo 12 cifre raggruppate per tre (per es. 192.168.20.167), l'altro utilizza una serie di valori alfanumerici (per esempio ::c0a8:5909); l'IPv6 è retrocompatibile con l'IPv4. L'IP può essere Dedicato o Condiviso: nel primo caso, se il vostro pc ha IP 192.168.20.167, questo risulta essere l'ip che viene visto anche dal mondo esterno; nel secondo caso, anche se il pc ha un suo IP come quello sopra, in realtà non identifica voi visti dal mondo esterno, ma voi visti all'interno di una rete detta NAT. In pratica, attraverso una NAT, quando voi vi connettete su Internet, vi connettete alla centralina NAT ed è questa, col suo IP che trasmette le richieste e smista il traffico dei dati al richiedente.
    ES:
    Voglio andare su ebay.it?

    Mio PC, IP 192.168.20.167 --(richiesta visita di ebay.it)--> Centralina NAT, IP 5.190.13.24 --> ebay.it --(Invio dati)--> Centralina NAT -(smistamento)-> Mio PC, visione della pagina.
    192.168.20.167->5.190.13.24->ebay.it->5.190.13.24->192.168.20.167

    Fatta precisazione su questo importante aspetto, ci sono altre due distinzioni: IP Dinamico e IP Statico. Semplicemente, nel primo caso, l'IP cambia ogni qual volta ci si connetta ad Internet, nell'altro l'IP rimane sempre costante.

    Quando ci connettiamo ad un sito, noi mandiamo una richiesta al Server, ovvero la macchina fisica che ha nella sua memoria il sito, e questo ci risponde. Egli è un indirizzo IP, esattamente come noi, solo predisposto per siti Web; esso ci invia tutto il file di testo contenente il linguaggio HTML con cui è scritta la pagina internet che vogliamo visualizzare che poi il nostro browser web converte in quello che vediamo.
    Questo dialogo è definito attraverso 2 protocolli: HTTP e HTTPS, il primo in che trasmette i dati in chiaro, e il secondo che crea un tunnel criptato tra voi e il Server. Tutte le informazioni viaggiano attraverso pacchetti di dati: contengono l'IP, informazioni sul server e tante altre cose.
    Concludendo parliamo di Router, Modem. Il modem è un modulatore-demodulatore (MO-DEM) analogico-digitale che converte i dati in entrata e in uscita per spedirli attraverso la rete e al pc, mentre il Router si occupa dello smistamento dei dati in una rete locale, quale può essere per esempio l'internet di casa:



    A protezione di incursione nei pc connessi alla rete vi sono i Firewall veri e propri muri di sicurezza che bloccano l'accesso da parte di Server e/o cose per cui non sia partita una richiesta di dati o che venga reputata sospetta.
    Per chiudere l'argomento, esistono anche software antivirus che offrono una protezione web aggiuntiva, che si basa su database della società che vi fornisce l'antivirus.

    RIPRODUZIONE RISERVATA | COPYRIGHT © ßlues, 2017
    @ Legion Errant

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    Benvenuta :sigaro:
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    È il metodo più antico infatti. :asd:
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    Questioni storiche e di necessità. La getchar() serve per congelare il programma, altrimenti una volta fatti i calcoli e stampato, la finestra si chiude.
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    Benvenuta :sigaro:
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    Ho visto Gantz O. Pensavo fosse una cavolata perché è in 3d, ma non è così malvagio.
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    Linguaggio Java: Esercitazione con Classi ed Ereditarietà




    Oggi avremo modo di fare una esercitazione per aver ben chiaro in testa la struttura della programmazione Java. Partiremo con il costruire un programma java multifile, un semplice contatore.
    Questa esercitazione avrà le soluzioni sotto spoiler, quindi non vi guiderò passo passo, ma potete sbirciare per comprendere meglio.
    Dalla lezione precedente:
    - le parole chiave public, private e protected identificano il livello di protezione della classe (pubblico, privato, protetto): tali valori possono essere stei a variabili interne alla classe, a seconda delle occorrenze.
    - le parole chiave che comunicano il tipo di dato di ritorno (void, int, String, char, ecc.).
    - la procedura del main deve stare all'interno di un'altra classe (non importa quale), ed è quella che verrà eseguita per prima.
    - per eseguire la stampa a video di una stringa, si usa la chiamata di sistema System.out.println(Stringa o valore).

    Per prima cosa creiamo un nuovo progetto, e una classe di nome Counter (verrà creato all'interno del pacchetto di default il file Counter.java); è convenzione utilizzare un nome che inizi con la lettera maiuscola così da evitare conflitti nelle chiamate del programma.
    Questa classe dovrà avere una variabile contenente il valore del contatore (ovviamente), un metodo pubblico per il reset del contatore, un metodo per l'incremento dello stesso e un ultimo metodo per comunicare il valore del contatore. Per comunicare un valore di ritorno del metodo, bisogna aggiungere infine "return <nome_variabile>", o "return <valore>" in casi particolari. I tipi di dato di ritorno devono coincidere con quelli di dichiarazione del metodo.
    Qui di sotto il codice della prima classe.
    CODICE
    public class Counter {
           protected int value;
           public void reset(){
                   value=0;
           }
           public void inc(){
                   value++;
           }
           public int getvalue(){
                   return value;
           }
           
    }


    Bene, ora realizziamo una nuova classe di nome Ccounter che eredetirà tutte gli attributi e i metodi della classe Counter, oltre ed eseguire l'overwrite di un metodo della classe "padre". Per fare in modo che una classe erediti i metodi da un'altra classe, è sufficiente aggiungere dopo il nome della classe e prima dell'inizio del blocco di codice (ovvero la parentesi graffa), la parola chiave da usare è extends e aggiungere il nome della classe padre. La nuova classe avrà accesso a tutti i metodi della precedente, anche se non saranno presenti. La classe che eredita viene anche detta sottoclasse. Tuttavia, è necessario che la classe abbia un cosiddetto "metodo costruttore", facilmente implementabile così:
    CODICE
    public Ccounter() {
                   super();
           }

    La chiamata di super far rifermento alla classe di una generazione precedente. Questo è il concetto dell'ereditarietà in Java.
    Per eseguire una operazione di overwrite di un metodo in una classe "figlia", è sufficiente riscrivere il metodo prescelto e cambiarne il codice per definire quello nuovo. Se questa operazione non viene fatta, la classe figlia userà lo stesso metodo della classe padre.
    Tornando all'esercitazione, possiamo ora definire come sarà la classe Ccounter; essa dovrà essere una sottoclasse di Counter, ed il metodo di incremento dovrà essere riscritto (overwrite) in modo che quando verrà chiamato l'incremento della sottoclasse, il valore attuale venga incrementato non una ma cento volte (che è diverso dal dire che il suo valore deve aumentare di 100.
    È la stessa cosa alla fine, ma cambia il modo); per fare questo avrete bisogno della conoscenza dei cicli nella programmazione, già da me trattati nella programmazione C in questo thread (è la stessa identica cosa, cambia solo che in Java, la variabile di iterazione del ciclo può essere dichiarata nella istruzione d'ingresso del for).
    CODICE
    public class Ccounter extends Counter{
           
           public Ccounter() {
                   super();
           }

           public void inc(){
                   for(int i=0;i<100;i++){
                           value++;
                   }
           }
    }


    Ora, realizziamo un'altra classe, quella che conterrà il main (con il nome che volete), e implementate il main. Per dichiarare un oggetto di una classe nel main, lo si fa esattamente come se fosse una variabile normale, o quasi. In questo caso, l'oggetto della classe Counter (per esempio), sarà solo una istanza della classe stessa se ci limitassimo a dichiararla come un int o un float; per creare effettivamente un nuovo oggetto, bisogna fare in questo modo:
    <nome_classe> <nome_variabile> = new <nome_classe>();
    Per accedere ad una variabile dell'oggetto o a un metodo dello stesso, è sufficiente digitare un "." e indicare il metodo/variabile.
    Per esempio:
    CODICE
    public static void main(String[] args) {
    ...
    Counter c=new Counter(); //Creazione dell'istanza dell'oggetto di classe Counter ed inizializzazione;
    ...
    c.value=6; //settaggio del valore dell'oggetto c.
    ...
    System.out.println(c.get_value()); // il metodo get_value ritorna un qualcosa che diamo in pasto alla println.
    ...
    }


    Ora, dovete imprementare un main che inizializzi degli oggetti Counter e Ccounter (uno a testa), ne setti i valori ad un numero arbitrario uguale per entrambi ed esegua un incremento per ciascuno, e stampi a video i valori dei due contatori.
    Soluzione (main):
    CODICE
    public class SweetDreams {
    public static void main(String[] args) {
           Counter c=new Counter();
           Ccounter c1=new Ccounter();
           c.value=75;
           c1.value=75;
           c.inc();
           c1.inc();
           System.out.println(c.value);
           System.out.println(c1.value);

    }
    }



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    @Legion Errant

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    Linguaggio Java: Classi, Procedure e Hello World




    Benvenuti in questo nuovo capitolo della programmazione in java. È caldamente consigliato per chi non avesse mai programmato prima dare un'occhiata ai concetti basilari della programmazione, già da me introdotti nella programmazione C, ovvero algoritmi ed istruzioni e variabili.
    Ora, per programmare in java si usano le gli oggetti, suddivisi e definiti in classi, le cui procedure ne consentono la modifica (di queste parlerò più approfonditamente la prossima volta). Per inizializzare una classe, si segue questa sintassi.
    CODICE
    parola_chiave class Nome_Classe{
    ...
    procedure
    ...
    }

    Le parole chiave di java sono varie, ne definiscono i metodi e ognuna ha il suo scopo preciso: per esempio, private fa in modo che la classe o la variabile o il metodo successivo siano privati e visibili solo nello stesso file java, static significa che quella classe non ha bisogno di un oggetto, void che non c'è alcun valore di ritorno, ecc. Alcune come while, do e for hanno lostesso significato che nel linguaggio C; qui di seguito una tabella con le keywords di Java.



    Ci poniamo ora il problema di scrivere il nostro primo programma Java: apriamo il nostro IDE, File->Nuovo->Progetto Java->Settate il nome del file e cliccate su Fine/Crea. Verrà creata la directory di progetto. Ora tasto destro sulla directory->Nuovo->Classe->Settate il nome della classe con la prima lettera maiscola (come Hello)->Click su Fine/Crea.
    Ora dovreste trovarvi una situazione del genere:
    CODICE
    public class Hello {

    }

    All'interno di quella classe costruiamo il metodo main, ovvero il metodo principale, quello che parte per primo e sfrutta le classi per arrivare al risultato. Non è molto diverso dal main del linguaggio C. Per generare il main, si può usare la scorciatoia di Eclipse, scrivendo main premendo Ctrl+Barra Spaziatrice e Invio. Il metodo main, verrà così implementato (all'interno della classe che stiamo creando):
    CODICE
    public static void main(String[] args) {
                   
           }

    Cosa importante da sapere è che in Java esiste un tipo di file chiamato String e definisce il tipo stringa, ovvero possiamo finalmente inizializzare le stringhe come tali, senza preoccuparci di dimensioni fisiche, cicli e quant'altro.
    Per dichiarare quindi la variabile stringa è sufficiente usare la notazione:
    CODICE
    String nome_stringa="contenuto_della_stringa";

    Per stampare a video una stringa, è comodo usare il seguente comando di sistema (su Eclipse basta digitare "sysout" e premere Ctrl+Barra Spaziatrice),
    CODICE
    System.out.println(nome_var_stringa);

    Una volta imprementato tutto, fatto attenzione che ogni procedura/dichiarazione delle variabili abbia il ; alla fine, il programma Hello World! dovrebbe risultarvi così:
    CODICE
    public class Hello {
           public static void main(String[] args) { String h="Hello World!";
           System.out.println(h);
                   
           }

    }

    Salvate ed eseguite il programma, che, una volta stampato "Hello World!", termina.


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    @Legion Errant

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    CITAZIONE (Kira1988 @ 21/2/2017, 13:07) 
    Ma davveroti farebbe comodo? xD io però non ci capisco un gran che di css, html, java.. xD
    Se però guardi la mia galleria di fb, merita.. xD sono anche fotografo :zizi:

    Sto tenendo un corso base su Java, se vuoi puoi dare un occhio man mano che escono le lezioni. Se non hai dimestichezza con la programmazione ti consiglio di dare prima un occhio alle lezioni sugli algoritmi, i tipi di dato e le variabili del corso sul C.
    Scheda corso C | Scheda corso Java

    Edited by $imø - 22/2/2017, 05:23
141 replies since 1/9/2013
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